Terza Ondata di Mario Pagliaro, 6 agosto, 2008:

Il libero mercato per salvare mare e pescatori

Sapete tutti come funziona un’asta. Il venditore bandisce la vendita di un bene e accetta le offerte degli acquirenti.

Il bene è aggiudicato a chi offre di più. Ecco invece come funziona la vendita dei preziosi frutti della terra e del mare in Italia e in Sicilia.

L’allevatore veronese incontra una persona, che incontra poi tutti gli altri produttori di latte della zona. Acquisterà il latte da chi glielo offre a minor prezzo.

 Cioè, un’asta al ribasso. Idem per i pescatori siciliani che sbarcano nelle marinerie del sud della Sicilia dove ancora è possibile pescare buone quantità di pescato. Sbarcano e portano i frutti del loro lavoro al mercato.

Avete preso gamberi e volete venderli? “Chi me li offre per meno?”, bandisce l’acquirente.

Ed ecco come si realizza, nel 2008 nella civile Unione Europea, la pratica del capitale che prima mette prima in concorrenza il lavoro per sfruttarne gli esiti fino all’ultimo centesimo; e poi rivende la merce così acquistata ai cittadini consumatori applicando maggiorazioni del prezzo (“ricarichi”, nel gergo del commercio) che superano il 1000%!

Come capite bene, in queste condizioni economiche l’unica alternativa che resta al pescatore e al contadino allevatore è quella di andare per mare e nelle stalle e fare di tutto per aumentare la quantità del prodotto da rivendere.

Se a fare il prezzo infatti è l’acquirente, l’unica possibilità di aumentare i guadagni è quella di aumentare la produzione.

E vedete allora come questo porti ad incentivare in modo automatico lo spopolamento delle popolazioni ittiche e l’avvelenamento per farmaci delle mucche.

Ed ecco allora cosa hanno fatto gli allevatori veronesi stanchi di aspettare risposte dalla politica nazionale e comunitaria. Il distributore di latte crudo biologico ad un euro al litro in grado di erogare latte 24 ore su 24.

Il latte arriva ogni mattina, appena munto, mentre quello rimasto invenduto è ritirato e destinato ai caseifici. La risposta dei consumatori è stata entusiasta. Il prezzo di un euro al litro, infatti, è di 60 centesimi più basso rispetto al prezzo del supermercato.

Inoltre, comperando un alimento sano e senza veleni chimici ne apprezzano il gusto allontanando da sé la minaccia delle gravissime malattie dovute alla progressiva intossicazione. I contadini sono anch’essi felici di poter tornare a guadagnare da vivere in modo accettabile.

E, infine, vengono eliminate le bottiglie di plastica con una bella riduzione di rifiuti da smaltire. Dice Gianni, contadino veneto, a Padovanews.it: “Forse che quando andate a comprare la macchina, il venditore la vende a chi offre di meno?”.

Tutti felici, dunque, tranne i commercianti tradizionali, che infatti furiosi hanno subito parlato "di “iniziativa populistica” avanzando il sospetto che non vengano rispettate le norme di igiene e sicurezza.

In Sicilia i nostri pescatori possono facilmente replicare il successo degli allevatori veneti. Invece di portare il pesce al mercato dove ne subiscono l’esproprio, stabiliscano di venderlo direttamente ai consumatori, cittadini e ristoranti, portando direttamente il pescato alle pescherie e ai ristoratori.

Privo dei “ricarichi” mostruosi applicati dai mediatori, i rivenditori accetteranno di acquistarlo da loro a causa del prezzo molto più basso, ma egualmente assai più alto di quello pagato dai mediatori.

I pescatori più dotati di capacità imprenditoriali, poi, capiranno che è ora di costruire essi stessi una rete di vendita diretta aprendo pescherie gestite dai loro familiari. E finalmente i cittadini potranno veder diminuire i prezzi. Vedete dunque come il libero mercato, là dove esiste realmente, ci liberi dall’oppressione dello sfruttamento e del declino sociale ed economico.

Terza Ondata

Questo articolo di Mario Pagliaro è stato pubblicato il 6 agosto 2008 da Il Quotidiano di Sicilia.
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