Terza Ondata di Mario Pagliaro, 3 novembre, 2008:

Comuni fotovoltaici

Alla fine degli anni ’90 il presidente dell’azienda del gas di Palermo decise di sperimentare la vendita del servizio “acqua calda” al posto della semplice vendita del gas algerino che l’azienda distribuiva nel capolouogo siciliano.

E così, invece di installare semplici caldaie a metano, sui tetti del locale circolo del tennis installò pannelli solari termici e altri fotovoltaici.

L’azienda fatturava quindi l’acqua calda consumata. E la ragione è presto detta: una volta che il costo dell’impianto solare fosse stato ammortizzato, tutto il resto sarebbe stato margine.

Puro profitto e, tuttavia, ancora vantaggioso per il cliente.

Non casualmente, presidente della municipalizzata in questione era uno dei padri dell’ecologia industriale italiana. Dieci anni dopo, rimosso il presidente e concluso da tempo ogni slancio nell’energia pulita, l’azienda è stata venduta ai francesi di Edison dal Comune prossimo alla bancarotta.

Con Palermo, sono moltissimi i Comuni del sud Italia ad essere prossimi al default finanziario. Da tempo, ad esempio, Catania e molti altri centri siciliani non riescono più a pagare le bollette elettriche ad Enel e agli altri fornitori di elettricità.

Con il triste – e pericoloso -- risultato di assistere di sera alle strade centrali e periferiche al buio. Ma anche per i Comuni più virtuosi continuare a spendere milioni di euro ogni anno per acquistare energia elettrica fossile è un controsenso economico che all’aumentare costante dei prezzi dell’elettricità non farà che strozzare le finanze, peraltro sempre più asfittiche, degli enti locali.

Ecco, invece cosa fare. Il Comune decide di costruire una centrale elettrica fotovoltaica; diciamo da 1 MW (1000 kW). E così, invece di lasciare incolto uno dei numerosi terreni di proprietà comunale, decide di ricoprirlo con pannelli di nuova generazione, al Cis, molto più economici di quelli al silicio.

Per acquistarli, ricorre ad un prestito da parte dello Stato (la Cassa depositi e prestiti è lì per questo). Ma stavolta, invece di costruire parcheggi che nessuno usa; o stadi poi puntualmente vuoti di spettatori, mette a frutto l’investimento. Ed ecco la centrale fotovoltaica. Il Comune siciliano adesso produce alcuni milioni di kWh di elettricità ogni anno.

Che immette in rete e non solo utilizza per alimentare le lampade della pubblica illuminazione risparmiando i 10 centesimi per kWh dell’elettricità fossile; ma anche guadagnandone altri 30, di centesimi di Euro, come incentivo in Conto Energia.

Poi il nostro sindaco eletto direttamente dai cittadini legge che nel Comune campano di Torraca l’amministrazione ha fatto sostituire tutte le brutte e inefficienti luci al neon e al sodio con splendide lampade di tipo Led che non solo danno una luce molto migliore, ma consumano un decimo delle lampade tradizionali.

Anche lei allora decide di iniziare a far sostituire le lampade della propria città. L’elettricità in eccesso adesso serve ad alimentare scuole, piscine ed ospedali. E quando l’investimento, dopo pochi anni, si è ripagato ecco che il Comune continua a prende dal sole gratuitamente l’energia che gli serve a garantire i pubblici servizi.

Fine dello strangolamento economico.

Ed inizio della libertà solare.

Terza Ondata

Questo articolo di Mario Pagliaro è stato pubblicato il 15 ottobre 2008 da Il Quotidiano di Sicilia.
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