Mario Pagliaro's Newsletter, 20 ottobre, 2003:

Istituto italiano di management

Sommario:
L'Italia ha necessità di avere il proprio Istituto nazionale di management.
Il disegno di legge Finanziaria 2004 istituisce l'Istituto italiano di tecnologia (Iit) con sede a Genova ed una dotazione di 1050 milioni di euro per 10 anni (di cui 100 solo per il 2004).

La proposta ne origina un'altra, forse più urgente ed attuale per l'intero sistema produttivo italiano: non sarebbe meglio far nascere anche l'Istituto italiano di management (Iim)?

Assediate dalla ipercompetizione internazionale, le imprese italiane hanno la necessità di aumentare radicalmente la produttività e la qualità dei loro prodotti e di abbattere i tempi di innovazione e consegna, cioè di diventare imprese "snelle" (lean), attraendo a sé i giovani a più alto potenziale sia italiani che stranieri.

Ma con la chiusura dell'Iri (Istituto di ricostruzione industriale), e con 2 sole Università private (a Milano e a Roma) oltre ai minuscoli Dipartimenti pubblici di economia delle Università, oggi e da tempo le nostre imprese non trovano in Italia i manager che saprebbero trasformarle e gestirle come richiesto dalla ipercompetizione mondiale e sono costrette ad acquistare costosi servizi di consulenza manageriale e a contendersi i migliori consulenti italiani al lavoro nelle consulenze americane.

Con 3 sedi (ad esempio Padova, Roma e Catania) e la guida non di un accademico ma di un grande manager italiano - ad esempio, Franco Tatò - l'Istituto potrebbe formare in modo stabile e continuativo i manager necessari alle imprese del Sud, del Centro e del Nord, riempiendo il grave vuoto formativo attuale che è uno dei principali fattori che determinano il declino del sistema produttivo italiano.

"Con 51mila milioni di euro di fondi europei - recita lo slogan della pubblicità voluta dal Ministero del Tesoro - l'Europa può farci grandi".

Non sarebbe il caso, ci chiediamo noi, di aiutarci un po' da soli per ritornare, o divenire, nuovamente grandi?

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