La globalizzazione come opportunità di sviluppo personale

di Mario Pagliaro

Secondo l'eminente scienziato dei materiali J.E. Gordon è sorprendente come "alla metà degli anni Trenta si sapesse molto di relatività, astronomia e struttura atomica, mentre nulla o quasi si sapeva del perché i vari metalli usati nella costruzione delle automobili si comportassero in modo così diverso".

All'inizio degli anni '90, il romanziere Douglas Coupland esprimeva una simile sorpresa: il suo besteseller "Generation X" descrive giovani americani sovraistruiti con un conoscenza però del tutto priva di legami con la realà della vita.

Pieni di dubbi e impegnati a prolungare una vita da studenti fino ad anni in ci i loro genitori avevano già un paio di figli, questi ragazzi vivono attraverso uno dei numerosi mac-jobs (impieghi temporanei di bassa qualità a paga minima) per i quali però nulla di quello che hanno studiato è in qualche modo necessario.

Specie in Europa, la globalizzazione del sapere e del lavoro in atto ovunque viene descritta con orrore. Poco o nulla è detto delle grandi opportunità di libertà e sviluppo che questa trasformazione porta con sé.

La globalizzazione si accompagna all'affermazione di standard di qualità nella produzione dei beni senza precedenti storici: sia che si tratti di nuove fibre o di nuovi materiali soft in sostituzione di acciaio e cemento, di catalisi o agricoltura biologica, i miglioramenti sono impressionanti e sono determinati da una continua attività di ricerca basata sulla cooperazione interdisciplinare fra scienziati di formazione del tutto diversa e dei più diversi Paesi.

Dunque, in Italia, si pone il problema personale di migliorare rapidamente la conoscenza dell'inglese: la pratica della conversazione in inglese con uno dei numerosi studenti o insegnanti residenti nella vostra città è economica e divertente, oltre che infinitamente più efficace ed economica della frequenza dei lentissimi corsi delle varie scuole di avviamento.

Unitela alla visione di film in lingua originale e raggiungerete capacità sorprendenti in poco tempo (3, 4 mesi) mentre vivrete una divertente variazione rispetto all'attività professionale.

Più in generale, è evidente come la pratica sperimentale sia stata trascurata in generale in tutte le discipline a favore di un sovraccarico teorico spesso di rapido invecchiamento. Sia in azienda che nei laboratori accademici, invece, la ricerca rivela una complessità di comportamenti della materia (e conseguenti opportunità d'uso) largamente inesplorata seppure prevista a livello teorico (meccanica quantistica, caos).

Al contrario di ciò che si ritiene generalmente, la maggior parte delle nostre odierne tecnologie sono obsolete. Se in Italia non avete ancora assistito a uno spettacolo di Beppe Grillo, vi basterà verificarlo personalmente valutando l'efficacia delle batterie del vostro telefono cellulare...

Usate i programmi di scrittura e gestione dei dati per scrivere i vostri report di lavoro, rappresentare graficamente i dati attraverso uno dei numerosi spreadsheet disponibili e redigete, mantenendoli sempre aggiornati, il curriculum e un resumé delle vostre attività.

Aprite il nuovo sito www.chemcenter.org della American Chemical Society e troverete proprio l'inizio all'accesso integrato all'informazione chimica invocato sopra. Stabilite delle deadlines per il vostro lavoro: senza obiettivi, alla fine il rischio è quello di ritrovarsi con nessun risultato. E il campo aperto, allora, potrebbe rivelarsi troppo vasto.

Semplificate la vostra agenda di lavoro a favore della sua intensità. Dotatevi di un indirizzo email e replicate subito alla vostra posta. Se pensate che in Italia l'offerta di lavoro per il chimico sia inadeguata rispetto alla domanda considerate, per esempio, la professione di certificatore di qualità. Un esame recente del sito Internet della AICQ rivela che al 31 dicembre 1995 c'erano in Italia solo 8 Professional Quality Manager.

Ancora, l'aggiornamento e l'estensione delle proprie abilità pratiche rende varia e divertente la pratica del lavoro mentre vi fornisce esattamente ciò che vi servirà al momento della ricerca di un nuovo posto di lavoro.

L'adesione alla Società chimica del vostro Paese (ma anche di altri) vi offre la possibilità di avviare e rinnovare le vostre relazioni di lavoro (networking) e di tenervi informati sugli sviluppi in altri campi di ricerca in cui un giorno, prima di quanto pensiate, potrebbe capitarvi di trovarvi a lavorare.

La maggior libertà significa maggior tempo da dedicare alle proprie attività personali, non professionali.

Dopotutto, Balzac che si lamentava della noia della vita viveva quasi esclusivamente diviso fra la scrittura e la frequentazione dei salotti parigini.

Se nel 1997 credete che ci sia tanto di più, e di molto più bello, da vivere, leggete pure la Nobel Lecture di Kary B. Mullis (Premio per la Chimica, 1993) e considerate la globalizzazione come nient'altro che la fine di artificiali divisioni e la dinamica estensione della qualità a ciò che sembrava essersi fossilizzato: il lavoro e la vita di troppi.

Mario Pagliaro
Department of Organic Chemistry
The Hebrew University of Jerusalem 

Caro Pagliaro,
mi sono abituato a ricevere i suoi messaggi via Internet da Gerusalemme, con osservazioni su alcuni contenuti della rivista e sulle notizie che vorrebbe trovare. Ho l'impressione che per la lei la lettura della rivista sia un occasione per sentirsi legato al Paese. Lo era stato anche per me, quanto neolaureato mi sono trovato in un Paese dell'est dove non giungevano giornali italiani. Ho apprezzato anche i motivi per i quali legge la rivista e che sono anche gli obiettivi che ci siamo proposti: farsi un'idea dei problemi che la chimica affronta nel Paese e venire a conoscenza di settori culturali diversi dal filone scientifico della sua tesi di dottorato. Alcuni miei colleghi, ironicamente, mi chiedono quale sia l'impact factor della rivista, mentre lei nonostante che sia ancora un dottorando ha ben recepito il ruolo di questa pubblicazione nella nostra comunità scientifica.

Ferruccio Trifirò
Dipartimento di Chimica
Università di Bologna


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