Classifica degli scienziati più influenti al mondo: oltre 170 i ricercatori del CNR

Logo centenario CNR18-Nov-2022 - Continua a crescere il numero degli scienziati italiani del Consiglio Nazionale delle Ricerche nella graduatoria del 2% degli scienziati più influenti al mondo relativa al 2021 basata sull'indicatore composito (c-score) introdotto nel 2019 da Ioannidis, professore alla Stanford University, in collaborazione con co-autori di Elsevier e SciTech Strategies.

Il numero di ricercatori del maggiore ente pubblico di ricerca italiano che entra oggi nel suo 100esimo anno dalla fondazione inclusi nella nuova classifica supera i 170: la gran parte sono affiliati nel database alla voce "Consiglio Nazionale delle Ricerche". Numerosi altri compaiono con la sola affiliazione dell'istituto.

Pubblicata online in formato ad accesso aperto utilizzando i dati recuperati dal database Scopus di proprietà di Elsevier, la classifica 2022 del 2% dei migliori studiosi in tutti i campi include 200.197 ricercatori (un aumento del 7,5% rispetto ai 186.178 ricercatori elencati nel 2021) insieme alla loro affiliazione, h-index, hm-index che tiene conto di articoli con più autori, ed altri parametri fra cui le autocitazioni presi in considerazione per calcolare il c-score.

Aperta per il CNR al 728° posto da Vincenzo Di Marzo, chimico napoletano del CNR che è anche cattedratico in Canada, la classifica comprende oltre 170 ricercatori del CNR,

La nuova graduatoria comprende 38 donne che lavorano presso istituti di ricerca CNR (tra parentesi posizione in graduatoria e sede di lavoro): Lucia Flamigni (16.228, Bologna), Leonarda Liotta (17.699, Palermo), Elena Paoletti (30.181, Firenze), Maria Laura Di Lorenzo (38.040, Napoli), Rosaria Ciriminna (38.638, Palermo), Valeria Di Sarli (43.014, Napoli), Stefania Maggi (49.058, Padova), Paola Reichenbach (42.795, Stefania Manca (47.346), Liana Fattore (58.128, Cagliari), Claudia Belviso (67.602, Potenza),  Anna Maria Venezia (73.962, Palermo), Gabriella Caruso (74.306), Diana Branzei (89.612, Pavia), Claudia Verderio (90.475, Milano), Rosa Lasaponara (97.373, Potenza), Osvalda Sennaca (102.777, Napoli), Viviana Scognamiglio (108.808, Roma), Francesca Mallamaci (111.368, Reggio Calabria), Paola Laurienzo (113.481, Napoli), Cristina Patanè (118.960, Catania), Maria Giovanna Buonomenna (120.155, Cosenza ), Alessandra Forni (128.896, Milano), Angela Altomare (143.856, Bari), Alessia Ligresti (146.601, Napoli), Maria Losurdo (162.442, Bari),  Eleonora Borgia (163.662, Pisa), Costanza Miliani (164.387, Perugia), Cristina Artini (166.644, Genova), Paola Brachi (170.949, Napoli), Carmen Galassi (171.664, Faenza), Barbara Masini (175.897, Bologna), Simona Fantacci (178.816, Perugia), Giuseppina Tommonaro (184.808, Napoli), Alessandra Stella (186.864, Milano), Giuseppina De Simone (187.435, Napoli), Maria Carmela Di Piazza (193.927, Palermo), Anna Chiara De Luca (199.184, Napoli).

Sorprendentemente, ma in accordo con i risultati dello studio "How self-determination of scholars outclasses shrinking public research lab budgets, supporting scientific production: a case study and R&D management implications" pubblicato su Heliyon nel 2021, più della metà (54 per cento) delle suddette ricercatrici lavorano in istituti di ricerca con sede nel sud Italia.

Uno di queste è Rosaria Ciriminna, dell'Istituto dei materiali nanostrutturati di Palermo.

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